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Il Messaggio di Anna Maria
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ché di diverso dagli uomini Egli aveva la natura divina.

Io vivevo in un paese povero della Palestina, senza luce, senz'acqua, senza riscaldamento non come si suole oggi nelle case, ma mi sentivo felice e sicura per amore di Gesù che avevo in grembo.

Il Signore ha voluto farsi annunciare dall'Angelo per quell'invito sublime. Angelo che io ho visto come in una visione davanti a me, ma la voce era del Signore, susseguita quasi immediatamente alla visione e non proveniente da essa ma da Lui, dall'alto della mia stanzetta inondata di luce celestiale.

Il mio piccolo Gesù era in me ormai e voleva dare subito i segni della Sua presenza.

Tu mi chiedi dove abitava mia cugina Elisabetta?

Ebbene, ti dirò che ella abitava fuori Gerusalemme, in una località assai lontana da Nazareth che, per raggiungerla, occorrevano alcuni giorni di cammino, attraversando zone impervie, montagnose e talvolta desertiche. Il percorso era difficile, ma non mancava di bellezze naturali, e soprattutto era bello il tratto che partiva dalla cinta est della città di Gerusalemme e che si estendeva verso sud per una lunga distesa che arrivava quasi alla base della collina su cui si adagiava il paese di Elisabetta. Questa estensione era d'un verde così smagliante, che era chiamata appunto 'Il prato di Gerusalemme".

Il luogo in cui risiedeva Elisabetta era un famoso centro, allora, di raccolta dei prodotti della terra di grande qualità. Il villaggio era grande e sulla collina, ma Elisabetta abitava nel luogo più alto del paese, perché alla fine del villaggio stava la gente più umile che cercava posizioni meno centrali, essendo più dedita al raccoglimento e alla preghiera, ed Elisabetta amava la preghiera e il raccoglimento in Dio.

Il Signore mi aveva mandato da Elisabetta perché le potessi dare con la mia presenza la splendida notizia della futura, felice nascita dei figlio di Dio che era in me e per farle ricevere la gioia diretta di questo avvenimento così grande e sublime come quello che riguardava la nascita di Gesù, il Salvatore dell'Umanità, che si sarebbe verificata in me.

"E fu così che ella mi salutò con quelle parole dell'Ave Maria: "

 

"Ave Maria, piena di grazia,
il Signore è con te,
tu sei benedetta fra tutte le donne,
e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù".

 

 

 

 

 
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