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Il Messaggio di Anna
Maria
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Ogni giorno, appena alzata, mi inginocchiavo sullo sgabello nella mia cameretta, e mi lasciavo andare in intense invocazioni a Dio, e mi sentivo felice nel rivolgermi a Lui, e proprio soltanto a Lui potevo rivolgermi. Un giorno, io, Maria, figlia di Anna, mi sentii chiamare dal Signore: 'Il Signore ti sta a guardare e tu devi ascoltarLo attentamente e pregare con Lui così: "Chi ama il Signore deve amarLo con la preghiera. Chi ama il Signore deve accettare tutto da Lui, anche la sofferenza... Il Signore ti farà soffrire e ti porterà in cielo come una fulgida stella del Paradiso". Queste furono le parole che il Signore mi rivolse prima dell'Annunciazione. Da allora pregai così: "0 Signore mio, abbi sempre la mia volontà soggetta ai Tuoi desideri. Fà che il mio destino sia tutto per Te e che il santo Tuo Nome sia sempre riverito e che il santo Tuo Nome sia sempre diretto alla Santità di tutto". Il nome di Dio sia sempre da pronunciare con Amore e con rispetto divino in un mondo di sospetti e di ribellioni alla Sua grazia. Quando dunque l'Angelo Gabriele mi annunciò la nascita di Gesù, il Signore si fece sentire in modo assai forte, come se una voce d'uomo si facesse temere e allo stesso tempo amare in un modo inspiegabile; una voce di comando e d'amore nello stesso tempo, che mi ha abbagliato con una luce interiore mai conosciuta prima di allora. Quella voce mi diceva: "Avrai un figlio da me cui metterai nome Gesù, che significa 'Il Salvatore" per indicare che Gesù sarebbe stato concepito da me per virtù dello Spirito Santo, a salvezza dei peccati di tutto il mondo e di tutti i tempi". La mia gioia fu immensa e cominciai a tremare di commozione su quello sgabello dove stavo inginocchiata per pregare il mio Signore. Il Signore mi aveva svegliata in un mattino di sole, alle 5, per preparare il mio spirito a queste grandi cose di Paradiso, scuotendomi dal mio lettino di piume d'oca, dove mi trovavo avvolta in un morbido lenzuolo di cotone ricoperto da un'altrettanto morbida coperta di lana. La mia mamma si dilettava a indicare col mio nome il lenzuolo che mi apparteneva e vi ricamava in tinta diversa "Maria" il cui nome mi ricordava tanto il mare. A me piaceva tanto l'idea del mare, perché il mare rappresentava tutta-
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