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Il Messaggio di Anna Maria
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questo ce lo ha detto Gesù, nel fare la volontà dei Padre suo che è nei Cieli, cioè nel ricercare la felicità che è "dentro" di noi.

L'operare di Anna Maria è dunque questo: cooperare alla redenzione e alla salvezza delle anime, vive e defunte, intrapreso e gradualmente realizzato con l'appoggio costante della parola divina dalla quale apprendere la divina Volontà per noi e per loro, con il supporto della preghiera e delle S. Messe.

Sembrano discorsi avulsi dai concetti della realtà attuale, e sicuramente saranno in molti a chiedersi che cosa voglia dire salvezza e redenzione delle anime, mentre non si stupirebbero affatto di sentir parlare di crisi d'ansia, di tachicardia, di angoscia, di infarti, di cancro: la nostra salvezza sia nell'uscirne.

Nel 1980, sulle tracce dell'insegnamento di Gesù a noi, Anna Maria ha il accettato il supremo sacrificio di un doloroso Calvario, che è cominciato con il tradimento da parte di un amico mentre ella era a tavola con di lui (un po' di droga nel vino e il gioco è fatto).

Chiunque comprende come sia stato allucinante il lungo viaggio in macchina accanto a colui che era ormai dichiaratamente il proprio carnefice, una volta scattata la trappola, e come allucinante deve essere stata la condizione psico fisica di quell'esserino in preda al malessere della droga. Se è penoso morire quando la salute ci abbandona, tremendo deve essere quando la pianta è ancora giovane e forte, quando le radici non mollano la terra perché a questa saldamente ancorate. Lo testimoniano i reiterati tentativi del giovane "amico" per farla fuori, aiutato più tardi da un valente collaboratore che, entrato nella stanza dove Anna Maria era stata portata nella casa al mare dove agire indisturbati la vide riversa sulla poltrona "con gli occhi aperti rivolti verso il cielo" (così riportano i giornali dell'epoca).

Anna Maria non si decideva a morire nonostante le iniezioni calmanti fatte per non incontrare resistenza da parte dei suo giovane corpo, che continuava a non mollare perché troppo forti in lei erano le linfe della vita, sempre vissuta nella forza dell'amore che da Dio proviene. Lo sappiamo dai segni indelebili comparsi sulle sue fotografie, delle macchie di sangue comparse sulla fronte dove fu colpita da una sbarra pesante, così come sappiamo dell'avvenuto successivo massacro testimoniato da un alone di sangue chiaramente visibile su un'altra fotografia, tutto intorno al suo bel viso di giovane donna rimasta intatta-

 

 

 

 
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