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20-3-1983
Anna, non riusciamo a spiegarci il ritrovamento di una lettera in cui
si parla del cugino Palmiro. Forse che....
Sì, ho incontrato Palmiro al divino incontro delle anime, e allora,
isolatamente ai miei parenti bisbigliai qualcosa come il nome di mia madre.
Fu così che Palmiro si rivelò a me dicendo di essere il
cugino tuo, morto in guerra nel 1942 a soli ventidue anni.
Io ai miei parenti voglio molto bene, e soprattutto a quelli che sono
morti soffrendo in nome del Signore.
Ora ti posso raccontare come si svolsero i fatti in quella triste notte
del 30 novembre Palmiro stava per tornare in patria in licenza sulla sua
nave chiamata Roma ed era notte fonda. Mentre tutti dormivano, squillò
l'allarme alla disperata, perché aerei nemici stavano sorvolando
la nave nell'intento di silurarla. Fu allora che tutto 1'equipaggio si
allarmò e appena in tempo si buttò sulle scialuppe di salvataggio
e si affidò alle onde del mare che allora erano spaventosamente
forti.
Il Palmiro allora, senza salvagente per la fretta si lasciò andare
in una lancia di salvataggio sulla quale si trovavano il suo sottotenente
marconista e altri sottufficia11 suoi amici di carriera.
A un certo punto, Palmiro si senti cadere in acqua, e con lui anche il
marconista che gli stava a fianco. Mentre le onde infuriavano contro la
lancia questa si rovesciò, e il corpo del povero ragazzo rimase
sott'acqua, soffocandolo, e soffocando così anche il corpo del
suo compagno marconista.
Gli altri ragazzi intanto ripresero il loro posto sulla lancia dopo averla
raddrizzata, ma subito si accorsero che mancava Plamiro e l'altro loro
compagno di nome Biondi. Allora tutti si misero con coraggio a cercarli
sotto l'infuriare delle onde altissime e gelide, ma senza risultato.
Alla fine di tutte le ricerche, il corpo di Palmiro e del Biondi non si
trovarono più. Ora, col permesso del Signore, vi posso dire con
esattezza dove si trova il suo corpo: esso è sepolto nel mare,
in profondità, in un punto dove l'acqua lascia un deposito di sale
che lo tiene conservato.
Non è mai riaffiorato in superficie perché il suo peso non
glielo ha mai permesso, data la quantità di acqua ingoiata, e
si trova in posizione orizzontale, naturalmente, deposto sul fondo del
mare a circa 40 miglia da Tripoli.
Palmiro era tanto buono, e per questo il Signore lo ha chiamato a sé,
lasciando il suo corpo abbandonato alle acque, come segno di incorruttibilità
e di predilezione.
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