![]() Indice |
Il Messaggio di Anna
Maria
|
Pagina 19 |
firmamento, e ora vi dico che io ripeto sempre queste parole di vita eterna perché Anna Maria è sempre stata tanto buona e tenera, intelligente e capace di sollevare gli altri dai loro dolori, e sempre con abnegazione e con amore per la salvezza e la santità di chi aveva bisogno della sua parola di saggezza e di salvezza... e io la chiamo la stella più bella dei Mio firmamento perché Anna Maria è sempre stata pronta a fare la Mia divina Volontà senza una protesta contro di Me per le avversità che incontrava sul cammino della sua vita, e senza mai provare risentimenti o amare espressioni nei Miei confronti, ma anzi amandoMi sempre sopra ogni cosa, e rispettandoMi sopra ogni cosa, e facendo della sua vita un'offerta potente alla Mia infinita Maestà divina..." In effetti la chiamavano "il topolino" perché, piccola e minutina com'era, era sempre presente ovunque ce ne fosse bisogno, sempre disponibile con chiunque delle amiche o dei compagni di studio le chiedesse conforto e aiuto. Anna Maria sapeva dare molto, con grande saggezza e brio, capace, lei che era una "scintilla di amore", di riaccendere nei cuori intristiti la voglia di vivere e di sorridere alla vita. Era una ragazza dei nostri giorni: i libri sotto il braccio, il treno per venire a Milano a studiare, il tram e i panini a mezzogiorno, le discussioni con gli amici e i programmi per l'estate. Aveva solo 23 anni ma era già tanto formata, aveva quasi un senso di colpa per essere nata in una casa senza particolari problemi. E allora sfogava la sua voglia di conoscere: cercava una giustificazione per tutti, per il ladro, per il rapinatore..." e ancora: "Se incontrava un drogato non lo evitava. Gli parlava, per esempio. Cosa che io non avrei mai fatto..." Questo hanno detto di lei i compagni di studi. Aveva in realtà due letture preferite, il Vangelo che abbiamo trovato elencato tra le cose importanti da non dimenticare prima di partire per le vacanze, e "Seppellitemi con i miei stivali" di Sally Trench (ed. Paoline), la storia di una ragazza che dedica la propria vita ai drogati, ossia ai disperati, ai malati di solitudine, ai poveri nevrotici che spesso chiedono solo una goccia di attenzione e di vero amore che li curi e che li apra di nuovo alla speranza prima che sia troppo tardi. Non a caso, accanto al bidone semi incenerito, sono stati ritrovati proprio i suoi stivali, primo segno di riconoscimento della proprietaria di quelle ossa così bianche rimaste sul fondo dopo il falò. Cosi era la vita di Anna Maria: solide basi spirituali che le aprivano costantemente lo spirito e il cuore verso di Lui, e tanta, tanta bontà, tanta voglia di dare, attenzione e sorriso, cura e amore, saggezza di vita e disponibilità.
|
||
Indietro![]() |
Avanti![]() |