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Il Messaggio di Anna
Maria
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15 febbraio 1989 - Dopo il tragico incidente dell'aereo diretto alle Azzorre.
Cara mamma di Anna Maria, alla tua richiesta di avere notizie sulla caduta di quell'aereo sulla montagna della morte, ebbene Io, il santo tuo Dio, ti dico che veramente questo triste episodio ha lasciato un solco amaro e incancellabile per la sua crudeltà e per la sua potenza di natura diabolica dovuta a un intervento malefico di Satana. Ora tu Mi chiederai il perché Io che sono l'Onnipotente, ho potuto permettere che Satana potesse mettere tanta potenza da superare la Mia Potenza divina, così come voi regolarmente potreste dire e immaginare, e per illuminare il tuo spirito su questa triste vicenda di volo ti dirò che Io, l'Onnipotente in ogni cosa e in ogni avvenimento della vostra terra, ho permesso che ciò avvenisse perché tante sono le anime che non Mi adorano, e che non Mi rispettano e che non Mi amano, e a questa contabilità fatta di giustizia numericamente controllata dalla Mia Maestà infinita divina, ecco che a Satana ho dovuto dare questa autorizzazione, in cambio però di una costante rimessa di Salvezza e di Santità decisamente divine per il santo trionfo del Mio Nome in Cielo e in terra. Alla tua richiesta di sapere il perché sia avvenuto questo terribile misfatto dell'aereo contro la montagna, ora Io ti dico che questo è avvenuto perché il grande peso delle persone e dei loro bagagli non ha consentito una ripresa rapida da un vuoto d'aria per cui, data la bassa quota in cui si trovava l'apparecchio già in prossimità del luogo di atterraggio, esso non ha avuto né lo spazio né il luogo adatto a una ripresa immediata della quota. Tutto ciò è stato per questo fatale, e soprattutto fatale per i passeggeri che erano in ansiosa attesa di lasciare il cielo per ritornare a terra. Questi erano in realtà in condizioni di spirito piuttosto allarmate, poiché dentro di loro stava nascendo il presentimento di una sciagura che li avrebbe forse portati alla morte, e stava perciò anche maturando l'ombra di un pericolo incombente sulla loro vita messa a repentaglio da una giornata non troppo "chiara", data la rapidità con la quale si susseguivano i momenti di minaccia di inadempienza di un apparecchio che non rispettava più i comandi del suo pilota. Quelle persone hanno dunque percepito il pericolo cui andavano incontro durante quei momenti di reale perplessità di movimenti non usuali nel cielo della morte, e durante il doloroso impatto dell'aereo contro la montagna, i pesanti messaggi del pilota all'equipaggio avevano messo
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